Prosa

CALANDRA TEATRO

EDIPO RE

di Sofocle

di Giuseppe Miggiano

Regia, Giuseppe Miggiano

Platea € 6,00 – Galleria € 4,00

Sinossi

La sagoma stilizzata di un albero, quasi un’allusione. Una piazza senza tempo, in un paese d’ogni luogo, popolata dalla gente di sempre. È in questo ovunque che Calandra Teatro colloca il suo Edipo per sottrarlo al perimetro della classicità e consegnarlo allo sguardo contemporaneo. Sarebbe, però, più corretto dire “i suoi tre Edipo”: Edipo che esplora, spera e vuole conoscere, Edipo che conosce, Edipo che, infine, disperato, si punisce. Attraverso la scomposizione in tre diversi momenti dell’eroe si vuole rappresentare la frammentazione dell’Io davanti al fondo tragico della verità appresa. Il Destino, vero protagonista della vicenda, ha, infatti, architettato una beffa che spinge irrimediabilmente l’eroe a scoprirsi, in un solo giorno, omicida e incestuoso, proprio quando è più certo d’esser finalmente sfuggito al compimento di un’antica profezia oracolare che gli predisse l’assassinio, per sua mano, del padre e il congiungimento con la madre. Così Edipo, il Re forte, il tiranno tebano, sa e, per ciò stesso, diviene fragilissimo, riversando sulla polis, già duramente colpita – non a caso! – dalla peste, le sue colpe inconsapevoli. Il Fato, nella sua cecità, lo rende a sua volta cieco. È la punizione che, a mo’ di contrappasso, si autoinfligge per aver voluto vedere nel pozzo della conoscenza e della verità.

La celeberrima vicenda edipica, nella versione di Calandra, si arricchisce di un prologo presentato dall’enigmatica quanto sinistra figura dell’oracolo di Delfi, che lungi dall’essere raffigurato come un essere divino e apollineo, raccoglie l’eredità di una certa iconografia realista (che va dai racconti mitici sulla Sibilla Cumana alla Pizia di F. Dürrenmatt).